Lo Studio legale Tonucci&Partners, con i soci Alberto Fantini e Pasquale Silvestro (foto) e con l’associate Lucilla Musu, ha assistito un gruppo di imprese produttrici di energia rinnovabile da bioliquidi che si sono viste costrette a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dopo due gradi di giudizio (TAR e Consiglio di Stato) per la violazione da parte dello Stato italiano dei principi dell’equo processo e della proprietà tutelati dalla Convenzione. Le imprese in questione, dapprima non hanno potuto beneficiare di un sistema incentivante favorevole (ex art. 25 del D.lgs. n. 28/2011 come modificato dalla L. n. 228/2012) che prevedeva la possibilità di optare per un incentivo maggiore a fronte di una produzione calmierata e ciò a causa dell’inerzia del Ministero dello Sviluppo Economico nell’adozione del decreto attuativo necessario per rendere operativo siffatto regime.
Successivamente, a giudizio pendente, dinanzi al giudice amministrativo nazionale (TAR e Consiglio di Stato) per far dichiarare illegittima l’inerzia e l’obbligo di provvedere del Ministero, il Legislatore italiano è addirittura intervenuto abrogando la normativa presupposta, negando così alle imprese non solo la possibilità di tutela in sede giurisdizionale ma, altresì, la facoltà di beneficiare del predetto regime incentivante cui avevano fatto legittimo affidamento e che, a parità di spesa per lo Stato, avrebbe garantito di fronteggiare il pesante incremento dei costi per l’approvvigionamento della materia prima (bioliquidi) per la produzione di energia rinnovabile.
Per Tonucci & Partners, un’altra battaglia a fianco delle imprese del comparto energy, di recente danneggiate anche dallo Spalma Incentivi avverso il quale il dipartimento con i suddetti soci è stato in prima linea nella proposizione dei relativi ricorsi.
